Leggende e simbolismi

La nascita delle Orchidee – leggenda dell’antica Grecia

Viveva un tempo assai lontano un giovane bello, aitante e focoso, Orchis, figlio di una ninfa e di un satiro.
Dalla madre aveva ereditato l’eterea bellezza, dal padre una libido irresistibile.
Durante una festa in onore di Dioniso, il giovine tentò di amare una sacerdotessa, certo che i suoi natali lo avrebbero reso impunibile anche agli occhi delle divinità.
Ma così non fu e Dioniso lo condannò, facendolo sbranare dalle sue belve.
Gli dei impietositisi per la terribile fine di quel giovane bellissimo, vollero perpetuare la memoria di Orchis.
Dai suoi resti mortali fecero nascere una pianta di raro splendore che nelle radici conserva ancora il simbolo della virilità che fu fatale al giovinetto. Nacque così l’orchis (=orchidea). Il nome tradotto dal greco significa “testicolo” e ricorda la forma degli organi ipogei di alcune specie di orchidacee.

La nascita delle Orchidee – leggenda dell’Epiro

C’era una volta Orchide, un giovinetto bellissimo, che all’inizio dell’adolescenza vide mutare progressivamente il suo corpo: inizialmente gli spuntarono due floridi seni, poi l’intera figura si modellò con curve sinuose che resero impossibile definirne il sesso.
Per questo suo particolare aspetto, ragazzi e ragazze lo sfuggivano, trovandolo così ambiguo e diverso da tutti: un ermafrodito.
Il suo stesso carattere iniziò a presentare lati dissonanti, talora timido e introverso, talaltra aggressivo e impudico, come le divinità dell’amore.
Ben presto, tutto questo gli diventò assolutamente insopportabile.
Decise, allora, di porre fine alle sua stessa esistenza, gettandosi da una rupe.
Sul prato che vide il suo bel corpo infrangersi al suolo tra macchie e rivoli di sangue, qualche dio pietoso fece nascere d’incanto una miriade di fiori diversi, simili per la loro splendida originalità: le orchidee. A ricordo di quella tragica fine, ma forse, più semplicemente, perché nelle orchidee sono celati sia i segni della virilità, sia quelli della femminilità, gli efebi ateniesi portavano sul capo coroncine di orchidee intrecciate; così adornati e vestiti di bianco, colore simbolo della purezza, cantavano le lodi ai loro dei. Forse, a quegli stessi dei che avevano assicurato la memoria imperitura del bellissimo Orchide con quei fiori magnifici che conosciamo con il nome di orchidee.

Per terminare… altri simbolismi e curiosità

  • Il nome orchis è stato attribuito (circa nel IV secolo a.C.) dal greco Teofrasto. Con questo termine ha probabilmente voluto ricordare la forma caratteristica dell’apparato radicale di alcune specie: due tuberi di forma rotondeggiante, simili ai testicoli dell’uomo.
  • I Greci consideravano l’orchidea “sandalo del mondo” perché il labello, particolarmente quello delle ofridi, assomiglia alla punta di una scarpetta.
  • Dioscoride consigliava di mangiare tuberi di orchidee (per la forma già descritta) per vincere la sterilità.
  • Gli antichi Cinesi suggerivano l’utilizzo di orchidee contro l’infecondità e le consideravano i fiori delle feste di primavera, usati contro tutti gli influssi negativi.
  • Nelle nostre campagne quasi tutte le orchidee, le ofridi in particolare, sono chiamate popolarmente “scarpette della madonna”: perché fioriscono spettacolarmente nel mese di maggio, il mese che la Chiesa cattolica dedica tradizionalmente alla Madre di Cristo, ma anche perché la loro bellezza richiama l’Armonia e la Perfezione dello Spirito.
  • Nella zona di Ponze, un pastore trevano, ci ha raccontato che le orchidee, con particolare riferimento alle Orchis morioe Orchis pauciflora di cui si trovano belle e ricche fioriture su molte zone pascolive di media montagna, sono chiamate localmente “cipollacci”: quando le pecore ne mangiano abbondantemente, infatti, il latte e quindi i formaggi assumono un gusto acre che ne riduce l’usuale e molto apprezzata saporosità.
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