Trevi quattro passi tra storia e natura (*)

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Trevi quattro passi tra storia e natura (copertina, 1998)

Titolo: Trevi : quattro passi tra storia e natura Sottotitolo: itinerari in collina e montagna
Autori: Tiziana Ravagli (*), Giampaolo Filippucci
Editore: Associazione Pro Trevi, Club Alpino Italiano – Sezione di Foligno
Anno di pubblicazione: 1998
Composizione grafica: Dimensione Grafica, Spello (in collaborazione con gli autori)
Descrizione fisica: 254 pagine, illustrazioni, interessante appendice fotografica a colori, 21x cm (chiuso), rilegatura filo refe, copertina in cartoncino + sovracopertina a colori, allegata cartina con i sentieri descritti su base IGM scala 1:25.000

* Pubblicazione realizzata con la collaborazione di dipendenti della Comunità montana, che hanno partecipato al progetto per passione (con studi e ricerche extra-lavorativi).

Descrizione

Il volume tratta in modo approfondito l’ambiente collinare e montano di Trevi; è un tuffo nella natura, di cui coglie tutti gli aspetti: la geologia, la flora, la fauna; è una ricerca appassionata delle antiche vestigia di una plurimillenaria antropizzazione.
Gli autori ci portano per mano lungo sentieri, generalmente facili, alla scoperta di alberi monumentali, di fiori talora rari, di animali spesso sconosciuti a chi non frequenti questi luoghi. Non meno interessanti sono i richiami agli aspetti geologici e paleontologici, con i sorprendenti giacimenti di ammonniti, e la visita ai ruderi di gloriose abbazie come Santo Stefano di Manciano e Santa Croce in Val dell’Aquila.
Quest’ultima, in particolare, è qui descritta per la prima volta. Finora era conosciuta soltanto da qualche boscaiolo poiché i miseri resti sono stati a lungo occultati dalla rigogliosa vegetazione boschiva. Seguendo l’ itinerario n° 7 sarà più facile ritrovarla e osservare quei ruderi per la prima volta pubblicati in fotografia a pag. 228 di questo volume davvero interessante.

Il volume è diviso in due parti: nella prima sono descritti 14 itinerari, nella seconda sono riportate le schede di numerose varietà di piante e animali, realmente incontrate durante le escursioni in questo territorio. Infine, sono riportate le piante sottoposte a tutela e le leggi regionali (allora) vigenti che regolano la raccolta di muschi, funghi e tartufi. Alcune belle fotografie completano la documentazione iconografica.
Le varie descrizioni sono corredate da numerosissime note a pié di pagina, che rimandano a molti testi per una ricca bibliografia.

Trevi quattro passi tra storia e natura – Presentazione del volume, a cura degli autori

La dorsale collinare – montuosa del territorio trevano non è certamente altissima e per poterla conoscere non è indispensabile possedere la prestanza fisica di uno scalatore.
Ciò premesso, suggeriamo comunque di avvicinarci ad essa con una adeguata preparazione fisica ma anche conservando in una tasca dello zaino qualche notizia storica e naturalistica dei luoghi che ci apprestiamo ad incontrare. Solo così potremo meglio assaporarne il gusto squisito.
Nel corso della descrizione degli itinerari abbiamo riportato in appositi riquadri le principali notizie storiche sulle località che via via avremo modo di incontrare. Viceversa, abbiamo distribuito le osservazioni naturalistiche tra i vari percorsi proposti, per rendere più interessante la lettura. Il territorio che andremo a conoscere, per la sua complessiva omogeneità, ci consente di estenderle, in pratica, a tutta la zona in cui si svolge il nostro cammino. Ovviamente dovremo considerare le peculiarità delle varie fasce altitudinali e fare salve eventuali specificità presenti in piccole aree, particolarmente per quanto attiene la vegetazione.
Nei riquadri “naturalistici”, abbiamo evidenziato in grassetto alcune emergenze naturalistiche, a nostro avviso di particolare interesse, ed inoltre gli animali e le piante, osservati in sito, di cui è possibile trovare a fondo testo la scheda specifica. Per gli altri, l’eventuale breve descrizione è riportata direttamente nel riquadro.
Il regno vegetale e quello minerale trovano in questa guida più spazio e maggiore approfondimento rispetto al regno animale. Tale scelta è dovuta alla volontà di presentare solo le osservazioni che abbiamo effettivamente compiuto e che tutti gli escursionisti, attenti alle “cose” della natura, potranno effettuare. I fiori, gli alberi, gli arbusti, i fossili e le rocce sono alla portata di tutti gli interessati, che facilmente potranno osservarli e studiarli. Gli animali s’incontrano per caso, oppure appostandosi, con estrema pazienza, nel loro habitat naturale. Laddove, ad esempio, abbiamo segnalato la presenza degli scoiattoli, dell’upupa, dell’istrice o del cinghiale, esiste davvero la possibilità di scorgerli, il segreto è procedere senza disturbarli, in silenzio. Sarà inoltre necessario recarsi sul posto seguendo le indicazioni fornite circa le abitudini di vita. Infine, nei luoghi che per posizione, esposizione, ecc. … sono simili a quelli per i quali nel testo abbiamo segnalato una certa presenza animale o vegetale, potremo egualmente trovarci nella condizione di osservarli. Ad esempio, in primavera praticamente in tutti i prati d’altitudine esplode la fioritura gialla e rosa delle orchidee della specie sambucina. Ed ancora, tutte le creste si prestano egualmente bene all’osservazione dei piccoli rapaci del nostro comprensorio. Non aspettiamoci, ovviamente, di avvistare l’aquila, perché nei nostri luoghi, piuttosto intensamente antropizzati, non trova siti adatti alla sua vita altera e solitaria. Né pensiamo di ammirare la stella alpina, che richiede altre altezze ed asperità, anche climatiche, per mostrarci la sua tomentosa corolla.
Prima d’iniziare ogni escursione, ricordiamoci sempre di riempire la borraccia: sono davvero poche le fonti di “acqua viva” (come sono chiamate negli antichi testi le acque sorgive) che sgorgano lungo il nostro cammino. I vari pozzi e pozzi – conserva sono, in genere, opere di raccolta dell’acqua piovana, fondamentali per la zootecnia delle nostre montagne, ma non utilizzabili per uso potabile.
Da aprile a novembre sarà possibile incontrare greggi condotte da cani pastori che, non sempre, gradiranno le nostre eventuali intrusioni in quello che considerano il loro territorio. Attenzione, dunque! Non avviciniamoci troppo agli animali al pascolo se nei pressi non c’è il pastore (umano).
In estate, specie nelle ore più calde ed umide, le nostre zone di alta collina e montagna ospitano degli insetti assai fastidiosi, i così detti tafani, della famiglia dei Tabanidi (in dialetto mosche cavalline), tra cui ricordiamo la specie più diffusa Tabanus bovinus. Si tratta di insetti la cui femmina si nutre del sangue degli animali al pascolo e infastidisce tranquillamente, senza remore apparenti, anche gli umani. Per poter compiere in tutta tranquillità le nostre escursioni, sarà sufficiente utilizzare le lozioni apposite contro le punture d’insetti, rinnovando l’applicazione con le frequenze opportune. Una ricetta locale suggerisce di strofinarsi (e strofinare gli animali domestici, come il cavallo, il mulo, l’asino, o il cane) con aceto: pare che la soluzione funzioni egregiamente! (In verità, noi non l’abbiamo mai provata, avendo sempre optato per le lozioni contro le punture di insetti, vendute, ad esempio, nelle farmacie o nei supermercati).
Abbiamo testato tutti i percorsi proposti più volte, anche con altri escursionisti. L’esperienza ci suggerisce che i tempi indicati sono quelli di un camminatore medio con qualche curiosità naturalistica.
Nella cartina allegata al libro, e di conseguenza nei grafici riportati all’inizio della descrizione di ogni escursione, abbiamo indicato i vari itinerari il più fedelmente possibile, compatibilmente con gli aggiornamenti della base cartografica. I tracciati riprodotti sono, in ogni caso, frutto di rilievi di massima, effettuati a vista senza strumenti topografici. L’esperienza condotta, anche con gli amici che ci hanno accompagnato in molte di queste escursioni, c’induce a ritenere che si possa percorrere facilmente ogni itinerario, senza timore di smarrirsi, seguendone la descrizione e rapportandola alla cartina. Ovviamente non scordiamo mai di portare con noi la bussola e l’altimetro, strumenti indispensabili per determinare la nostra posizione applicando elementari regole di topografia ed orientamento.
Infine due note di meteorologia locale. La saggezza popolare suggerisce a tutti i folignati di portare l’ombrello quando il Monte Subasio porta il cappello. Pertanto, se nuvole minacciose oscureranno la vista di questo monte, sulle cui pendici sorgono le cittadine di Assisi e Spello, l’esperienza ci consiglia di equipaggiarci adeguatamente per difenderci dal maltempo. Per contro, se dopo un temporale s’alzerà il vento da Nord Est, tranquilli, il bel tempo arriverà in breve. O almeno così ci piace sperare.

Terminiamo questa Prefazione ringraziando l’Avv. Carlo Zenobi e Don Luciano Gregori, per i consigli preziosi e il costante incoraggiamento, e Franco Spellani, per la lettura critica dell’intero manoscritto, in particolare dei paragrafi relativi alla storia, e per l’impegno profuso affinché questa guida fosse pubblicata.

Tiziana Ravagli, Giampaolo Filippucci

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